La costituzione di una società di capitali – S.r.l., S.p.A. e S.a.p.A. (il riferimento è ai soli soci accomandanti), per effetto della personalità giuridica ad esse riconosciuta con l’iscrizione nel registro delle imprese[1], realizza uno schermo fra il patrimonio personale del socio e i debiti contratti dalla società.
In forza della c.d. autonomia patrimoniale perfetta, quindi, i creditori di una società di capitali non possono aggredire il patrimonio personale dei soci, proprio in ragione della separazione dei patrimoni che deriva dal modello societario.
Questa distinzione, per quanto netta sul piano formale, non deve e non può far dimenticare che dietro alla società ci sono sempre e soltanto persone fisiche, uomini (o donne) a cui la legge consente di operare una determinata attività d’impresa rischiando il solo patrimonio ad essa destinato (il capitale sociale).
L’esclusione del patrimonio personale dai debiti dell’impresa, però, diviene inoperante in caso di strumentalizzazione del modello normativo ovvero a fronte dell’uso distorto della personalità giuridica.
E’ il caso del c.d. abuso della personalità giuridica che comporta la “sanzione” della disapplicazione dello schermo normativo, da cui deriva la separazione dei patrimoni, con conseguente riemersione della responsabilità illimitata dei soggetti che operano dietro la società[2].
Tale fenomeno, a titolo esemplificativo, si verifica attraverso la confusione dei patrimoni, dove si assiste al pagamento e al saldo dei debiti e crediti sociali come se fossero personali[3].
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[1] Così l’art. 2331 comma 1 c.c.
[2] Fra le varie pronunce della giurisprudenza si annoverano: Corte di Cassazione a SS.UU. Sentenza n. 26283 del 2013; Corte di Cassazione Sentenza n. 16291 del 2018; Corte di Cassazione Sentenza n. 14056 del 2015.
[3] Le ipotesi di concreta elaborazione giurisprudenziale si estendono sino a comprendere la confusione delle sfere giuridiche, quando si utilizzano ditte simili presso gli stessi locali aziendali con il medesimo personale dipendente, e il fenomeno della sottocapitalizzazione quando i soci, anziché aumentare il capitale sociale in misura proporzionale all’obiettivo sociale, consentono alla società di operare mediante prestiti personali.