È il caso di un’attività commerciale che deteneva nel magazzino del bar, ponendoli in vendita ne bancone esposto al pubblico, cornetti strudel e fagotti congelati all’origine senza indicare ai clienti il loro stato di congelazione originaria, il cui titolare è stato condannato per il reato di tentata frode in commercio ai sensi degli artt. 56 e 515 del codice penale.
Secondo la Suprema Corte, che rappresenta l’ultimo grado di giudizio al livello Nazionale, “la disponibilità di alimenti surgelati, non indicati come tali nel menu o negli espositori nei quali gli stessi siano esposti a disposizione della clientela, integra il reato di tentativo di frode in commercio, indipendentemente dall’inizio di una concreta contrattazione con il singolo avventore, in quanto tale comportamento è univocamente rivelatore della volontà dell’esercente di consegnare ai clienti una cosa diversa da quella pattuita”.
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