Il reato di maltrattamenti in famiglia è disciplinato dall’articolo 572 del Codice Penale e si riferisce a condotte violente, vessatorie o degradanti poste in essere all’interno di un nucleo familiare o di una convivenza. Questo tipo di reato può includere violenza fisica, psicologica, economica o morale e si configura quando i comportamenti sono reiterati nel tempo, causando sofferenza alla vittima.
Ma cosa prevede esattamente la legge? Quali sono le conseguenze penali per chi commette il reato? E soprattutto, quali strumenti ha la vittima per difendersi e ottenere giustizia? In questo articolo, il nostro avvocato esperto in diritto penale risponde alle domande più frequenti e fornisce una guida chiara su come agire in caso di maltrattamenti in famiglia.
L’articolo 572 c.p. disciplina il reato di maltrattamenti in famiglia e tutela l’integrità fisica e psicologica delle persone all’interno di un contesto familiare o para-familiare.
La disposizione di cui all’art.572 c.p. rientra tra i reati contro la famiglia ed è volta a punire chiunque tenga comportamenti vessatori, violenti o degradanti nei confronti di un familiare o di una persona a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura o vigilanza.
Secondo il dettato normativo, commette il reato di maltrattamenti chi infligge abitualmente minacce, violenze fisiche o psicologiche, privazioni, ingiurie e umiliazioni ai danni della vittima, rendendole la vita insostenibile. Il reato può essere perpetrato nei confronti del coniuge, dei figli, dei genitori, di altri conviventi o di persone sottoposte all’autorità dell’autore del reato.
La caratteristica fondamentale della suddetta fattispecie di reato è l’ abitualità, ovvero il ripetersi nel tempo di condotte oppressive che generano sofferenza fisica o morale nella vittima.
La Corte di Cassazione ha chiarito che non è necessario un periodo di tempo prolungato affinché il reato si configuri, ma è sufficiente la ripetizione delle condotte in un arco temporale circoscritto (Cass. n. 35997/2020).
L’articolo 572 c.p. prevede pene severe, che si aggravano qualora i maltrattamenti avvengano in presenza di minori, donne in gravidanza o persone con disabilità.
Inoltre, le sanzioni diventano più gravi se la condotta criminosa provoca lesioni personali o, nei casi più drammatici, il decesso della vittima.
Con l’introduzione del c.d “Codice Rosso” (L. 69/2019), le procedure per la denuncia e la tutela delle vittime sono state rese più rapide e incisive, al fine di garantire un immediato intervento delle autorità competenti per prevenire ulteriori atti di violenza.
Cosa succede concretamente dopo una denuncia per maltrattamenti? Quali sono le pene previste? Nel prosieguo dell’articolo, analizzeremo nel dettaglio le conseguenze giuridiche e le tutele previste per le vittime.
La pena base per il resto ex art. 572 c.p. è la reclusione da tre a sette anni. Essa può aumentare in base alla gravità dei fatti:
Oltre alla pena detentiva, durante le indagini preliminari, il Pubblico Ministero può richiedere l’applicazione di misure cautelari per proteggere la vittima, come:
La possibilità che l’imputato finisca in carcere dipende da vari fattori:
il reato di maltrattamenti in famiglia è procedibile d’ufficio. Non è necessaria una querela della vittima per avviare un procedimento penale, anche se l’assistenza di un legale anche nella fase della denuncia aiuta a delineare sin da subito una corretta impostazione delle indagini da espletare. Dunque:
Molte vittime, per paura o per ripensamenti, si chiedono se sia possibile ritirare la denuncia dopo aver segnalato i maltrattamenti. La risposta è no:
Il reato di maltrattamenti in famiglia si prescrive in quattordici anni (raddoppiati rispetto alla norma generale). Se aggravato da lesioni o morte, la prescrizione è ancora più lunga.
Cosa fare se si è vittima di maltrattamenti?
Se ti trovi in una situazione di violenza domestica, è fondamentale denunciare il fatto il prima possibile e chiedere supporto legale. Le forze dell’ordine e gli avvocati specializzati possono aiutarti a ottenere protezione immediata e giustizia.
Affrontare una situazione di maltrattamenti in famiglia è estremamente difficile, ma è fondamentale sapere che non sei solo e che esistono strumenti legali per proteggerti. Il nostro Studio Legale è specializzato in diritto penale e tutela delle vittime di violenza domestica, fornendo assistenza legale mirata per mettere fine agli abusi e ottenere giustizia.
Se sei vittima di maltrattamenti, il primo passo è denunciare la situazione alle autorità competenti. Ti aiutiamo a:
Redigere e presentare la denuncia in modo dettagliato e completo;
Ottenere misure di protezione urgenti, come l’allontanamento dell’aggressore dalla casa familiare o il divieto di avvicinamento;
Segnalare la situazione ai servizi sociali, se necessario, per proteggere eventuali minori coinvolti.
Il nostro team di avvocati si occupa di:
Seguire l’intero iter processuale, rappresentandoti in ogni fase
dell’indagine e del dibattimento;
Raccogliere prove e testimonianze per dimostrare la condotta abituale dell’aggressore;
Richiedere risarcimenti danni per le sofferenze subite.
Oltre all’assistenza legale, ti supportiamo nella costruzione di un nuovo percorso di vita:
Collaboriamo con centri antiviolenza per offrirti sostegno psicologico e protezione;
Ti aiutiamo a ottenere l’affidamento esclusivo dei figli, se necessario;
Assistiamo le vittime nel caso di separazione o divorzio, tutelando i loro diritti.
Se stai vivendo una situazione di maltrattamenti in famiglia, è importante agire subito per proteggere te stesso e i tuoi cari. Il nostro Studio Legale offre consulenze riservate e incontri conoscitivi gratuiti, per aiutarti a capire quali passi compiere per uscire da questa situazione.
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